ELISABETTA
SGARBI

aka BETTY WRONG
 


TAHAR BEN JELLOUN

PARADOSSI

Presso Il Circolo dei Lettori - Torino

16 disegni originali dell’autore

Allestimento della mostra progettato da
Luca Volpatti

Mostra realizzata grazie alla collaborazione della

La mostra propone una selezione di disegni dello scrittore Premio Goncourt Tahar Ben Jelloun –
disegni astratti, debitori all’arte della decorazione orientale, in cui il tratto diventa esso stesso scrittura, un’“altra” scrittura, più ancorata ai poteri dell’improvvisazione, e insieme alla sapienza degli antichi miniatori.
E infatti, alcune delle tavole di Tahar richiamano con forza le vetrate degli edifici sacri, o comunque l’idea del sacro, che Tahar coltiva da laico quale è.
Ma Tahar non rinuncia mai alla scrittura vera e propria. Troviamo anzi una corrispondenza specifica fra parola e disegno, in queste sue opere. E le parole rinviano, di nuovo, al paradosso, alla contraddizione. Soprattutto, quella dell’identità: “L’io è dall’altra parte dello specchio. Viaggia in Abissinia in compagnia di una moltitudine di ‘io’ che non sanno più da dove vengono né in quale corpo stanno. Solo in poesia si possono praticare i paradossi”.
Ad accompagnare i disegni, alcuni aforismi, frammenti di testi e pensieri legati al tratto. Gli aforismi di Tahar hanno la durezza del diamante: “Il tempo è il diluvio che ci inventiamo per dare fascino all’insonnia / la grazia si fa attendere / mai si dà / mai si compra / eppure molte persone la mettono sul mercato”.
I suoi disegni sembrano delle oasi, delle pause emotive prima e dopo l’immersione nell’“immenso cantiere” della vita e del pensiero, là dove “ogni uomo è incerto” e la paura ci rende “umani, troppo umani”.